sabato 19 luglio 2008

Johnny Hodges

Nome:John Cornelius Hodges
Data di nascita:25 luglio 1907, Cambridge (Massachusetts)
Data di morte:11 maggio 1970 (New York)
Nazionalità:U.S.A.
Genere:Ballads
Swing
Mainstream jazz
Strumenti:Alto Saxophone (Mark VI)
Soprano Saxophone
Clarinet

Suonò principalmente il contralto, ma sporadicamente anche soprano e clarinetto. Fu il principale solista dell'orchestra di Duke Ellington nella quale suonò dal 1929 fino ai suoi ultimi giorni di vita, esclusa una parentesi di quattro anni (dal '51 al '55) in cui si cimentò nella direzione di una propria orchestra. Tra i maggiori solisti e sassofonisti di jazz sviluppò uno stile originale nato dal blues, fortemente lirico, caratterizzato dall'uso del glissando.

Hodges fu quasi del tutto autodidatta (escluse delle lezioni con Sidney Bechet per il sassofono soprano); soffiava una trama sonora limpida, melodicamente ben equilibrata. Tali carattaristiche lo distinsero sia nell'esecuzione della musica blues, sia nelle ballad e gli meritarono l'ammirazione di musicisti di tutte le epoche, da Ben Webster a John Coltrane, i quali, entrambi, suonarono nella sua orchestra negli anni '50. Il suo stile individualistico, che sottolineava gli assolo con vibrato e glissando, fu, ed è - talvolta inconsapevolmente - assai imitato. Dagli anni venti agli anni settanta, Hodges ebbe l'opportunità di partecipare ed assistere all'evoluzione degli stili e dei modi di suonare il sassofono nella musica jazz. Nonstante i vari incontri con musicisti che forgiarono un proprio modo di suonare il sassofono contribuendo all'evoluzione stilistica dello strumento (Charlie Parker e John Coltrane, tanto per fare qualche esempio), Hodges rimase coerente e fedele al proprio modo anche nella seconda parte della sua vita.

Quando Duke Ellington volle ampliare la propria orchestra, nel 1928, Barney Bigard, allora suo primo clarinetto, gli raccomandò Hodges sia al sassofono soprano che al sassofono contralto; da notare la tradizione da cui Hodges discende; allievo di Bigard e collaboratore di Bechet, a loro volta i due avevano imparato a suonare il clarinetto dallo stesso mestro, Lorenzo Tio, figura fondamentale tra i monumenti come antenato del jazz moderno. Da ora in poi il suo sound divenne l'identità canora dell'orchestra stessa. Nel 1955 prese parte, appena ritornato dall'esperienza indipendente di direttore della propria orchestra, con Ellington alle registrazioni dal vivo del Jazz at the Philharmonic. Dopo aver suonato tra le prime file delle Ancia:ance dell'orchestra di Ellington, la sua ultima presenza fu a Toronto, una settimana prima della morte avvenuta per infarto.

Oltre ai rapporti con Sidney Bechet, Barney Bigard e Duke Ellington, egli collaborò anche con Benny Goodman, con il quale suonò nel leggendario concerto alla Carnegie Hall nel 1938, e Charlie Parker che fu il suo successore e che lo considerò uno dei propri maestri. Poi con Ben Webster - che si considerò discendente suo oltre che di Lester Young e di Coleman Hawkins - e John Coltrane. Ed è solo una lista di scelta che considera i maggiori tra vari che lo incontrarono.

4 commenti:

Alessandro ha detto...

Stiamo arrivando al grande Charlie Parker...? :-)

Tiziano Liburdi ha detto...

certo, sarà sicuramente uno dei prossimi...non può assolutamente mancare !!!

bizio ha detto...

non deve mancare.... il genio del sax!

Tiziano Liburdi ha detto...

non mancherà